martedì 3 luglio 2007

LA NASCITA DELLA "GABBIA"

La mancanza di un’identità propria forte generò, all’interno della congrega, piccoli malumori e si vennero, così a formare due fazioni: una che voleva mantenere la cose com’erano accontentandosi di queste poche uscite e l’altra che voleva una congrega più viva e partecipe ai vari eventi del Carnevale. Non fu possibile sanare questa scissione e, ad opera di quest’ultimi, fu formata la “Gabbia”. Correva l’anno 1993.
Inizialmente non eravamo numerosissimi ma, in seguito, molti passarono dalla vecchia congrega de “la Pantera Rosa” alla nuova “Gabbia”. Ereditammo dalla precedente formazione i colori sociali che sono rimasti fino ad oggi: rosa e nero.
Come ogni congrega che si rispetti, fu data particolare importanza alla scelta del nome. Alla fine, si optò per quello attuale in accordo con lo spirito di goliardia che contraddistingue il Carnevale e per cui si cerca di prevalere sulle altre congreghe adottando allegorie o scherzosi sfottò. Proprio con questo intento
“La Gabbia” imprigiona al suo interno il Ciorpento, la Civetta, la Mangusta ed i Tirolesi (vale a dire le congreghe esistenti nell’anno della nostra fondazione). Occorre però far notare come il Gancio è stato volutamente posizionato come supporto esterno, che sorregge la Gabbia. Infatti, all’epoca, avevamo il problema delle percussioni in quanto non possedevamo cassa e piatti: li ricevemmo in dono, con nostra immensa gratitudine, dai nostri amici del Gancio. Così, al momento di scegliere il simbolo della congrega, la nostra riconoscenza ci obbligò a dare risalto a questa congrega posizionandola fuori dalla Gabbia e non al pari delle altre.
Un altro capitolo molto importante è, senza dubbio, quello legato allo
stendardo. Anche in questo caso fummo i destinatari di un dono enormemente gradito, questa volta da parte del compianto ma sempre vivo nei nostri cuori, Bruno Di Pasquale (Bruno lu P'ttor). Egli, con la sapiente maestria di cui solo lui era massimo interprete, dipinse il nostro primo stendardo aiutandoci, così, a diventare congrega a tutti gli effetti.

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