martedì 3 luglio 2007

LA RINASCITA DEL 2001


Nel 1999 e nel 2000 la Gabbia non partecipa a nessuno degli appuntamenti del Carnevale Storico ma la nostalgia dei vecchi momenti trascorsi insieme è tanta e qualcosa sta per cambiare. E’ il 13 gennaio 2001 quando alcuni congregati, nella sala principale dell’Osteria “Ophis”, mettevano le basi per la ricostituzione della Gabbia. Essi erano: Acciarini Mirko, Citeroni Maurizi Daniele, Filippoli Giorgio, Scarpetta Lucio e, in collegamento telefonico, Massaroni Marcello. In quella occasione furono anche dettate le linee guida per gli anni futuri raccolte nello Statuto della Congrega.
Finalmente si poteva ricominciare!!!
E proprio nell’anno della rinascita, ci fu fatto dono delle Chiavi della città per il periodo di Carnevale. Questo privilegio viene concesso, a turno, alle varie congreghe in occasione del convito del Giovedì Grasso e tutte le altre si trovarono d’accordo nel cederci volentieri questo simbolo del Carnevale. Non si poteva ricominciare in modo migliore!!!

LO SCIOGLIMENTO DEL 1998

Le cose non stavano andando male ma…. neanche abbastanza bene!! Infatti la congrega ancora non aveva raggiunto l’identità che da tempo cercava e ne era la prova il fatto che veniva data la possibilità a molti componenti di suonare anche con altre congreghe. Questa situazione, oltre che musicalmente, indebolì la congrega dal punto di vista dell’affiatamento. Molti di noi erano legati da tempo anche ad altre formazioni e risultava, pertanto, difficile gestire questa condizione di precarietà. Occorreva dare risposta al seguente quesito: lasciare le cose com’erano o dare una svolta?? Questa volta ebbe la meglio lo spirito conservatore…! Ma non si poteva più andare avanti in questa maniera, era un errore non vivere pienamente questa fantastica favola…! E così, dopo l’apparizione alla puntata della “Domenica del Villaggio” con Davide Mengacci e Rosita Celentano e l’ingresso al Veglionissimo di Carnevale ….la Gabbia si scioglie!

DAL 1993 AL 1997


In questi anni la congrega inizia, a poco a poco, a farsi conoscere sempre più nell’ambito del Carnevale. Ogni occasione è buona per uscire in strada e dar fiato ai propri strumenti e, l’ingresso di nuovi congregati e le varie esperienze a livello musicale, permettono di estendere il repertorio che raggiunge un numero cospicuo di canzoni. Gli appuntamenti più importanti di questo periodo sono la cena di S. Cecilia (patrona dei musicisti), i soliti ritrovi di S. Antonio ed il veglione dei bambini del Giovedì Grasso ma, in questi anni, inizia ad acquistare sempre maggiore importanza l’ingresso al veglionissimo di Carnevale. Soprattutto l’idea di essere la congrega più giovane ad essere omaggiata della targa di riconoscimento da parte della Pro Loco ci riempie di soddisfazione e ci dà un grande incentivo ad andare avanti sulla nostra strada. Sempre in questo periodo, la congrega propone la sua prima divisa ufficiale: il tradizionalissimo Guazzarò accompagnato dalla bombetta ereditata dal passato a cui viene apposto il simbolo della Gabbia.
Ma i problemi sono alle porte….!!

LA NASCITA DELLA "GABBIA"

La mancanza di un’identità propria forte generò, all’interno della congrega, piccoli malumori e si vennero, così a formare due fazioni: una che voleva mantenere la cose com’erano accontentandosi di queste poche uscite e l’altra che voleva una congrega più viva e partecipe ai vari eventi del Carnevale. Non fu possibile sanare questa scissione e, ad opera di quest’ultimi, fu formata la “Gabbia”. Correva l’anno 1993.
Inizialmente non eravamo numerosissimi ma, in seguito, molti passarono dalla vecchia congrega de “la Pantera Rosa” alla nuova “Gabbia”. Ereditammo dalla precedente formazione i colori sociali che sono rimasti fino ad oggi: rosa e nero.
Come ogni congrega che si rispetti, fu data particolare importanza alla scelta del nome. Alla fine, si optò per quello attuale in accordo con lo spirito di goliardia che contraddistingue il Carnevale e per cui si cerca di prevalere sulle altre congreghe adottando allegorie o scherzosi sfottò. Proprio con questo intento
“La Gabbia” imprigiona al suo interno il Ciorpento, la Civetta, la Mangusta ed i Tirolesi (vale a dire le congreghe esistenti nell’anno della nostra fondazione). Occorre però far notare come il Gancio è stato volutamente posizionato come supporto esterno, che sorregge la Gabbia. Infatti, all’epoca, avevamo il problema delle percussioni in quanto non possedevamo cassa e piatti: li ricevemmo in dono, con nostra immensa gratitudine, dai nostri amici del Gancio. Così, al momento di scegliere il simbolo della congrega, la nostra riconoscenza ci obbligò a dare risalto a questa congrega posizionandola fuori dalla Gabbia e non al pari delle altre.
Un altro capitolo molto importante è, senza dubbio, quello legato allo
stendardo. Anche in questo caso fummo i destinatari di un dono enormemente gradito, questa volta da parte del compianto ma sempre vivo nei nostri cuori, Bruno Di Pasquale (Bruno lu P'ttor). Egli, con la sapiente maestria di cui solo lui era massimo interprete, dipinse il nostro primo stendardo aiutandoci, così, a diventare congrega a tutti gli effetti.

giovedì 28 giugno 2007

LE ORIGINI

Le origini della nostra congrega si perdono nel tempo….! Infatti, sebbene la data ufficiale di fondazione della “Gabbia” sia il 1993, prima di questo anno erano state fatte due prove significative.
La prima, che forse non tutti conoscono, risale addirittura al 1990 quando tre degli attuali componenti della congrega, con l’aggiunta di un alfiere d’eccezione, hanno dato vita alla “Banda Circus”. Essi erano: Filippoli Giorgio al flicorno contralto, Listrani Benedetta special guest allo stendardo, Massaroni Marcello al tamburo e Spinozzi Antonello ai piatti (guardate bene la foto…).

Fu l’esperienza di un carnevale dettata soprattutto dalla voglia di vivere una congrega tutta nostra nonostante la giovanissima età (dagli otto ai dieci anni!!!!!).
Qualche anno dopo, molti di noi iniziarono ad avvicinarsi alla musica e, dunque, sentimmo la necessità di costituire una nuova congrega. Nacque così la congrega de “La Pantera Rosa”. Eravamo numerosissimi, una moltitudine di ragazzini da dieci a quattordici anni che, il giorno di S. Antonio abate, girava per le vie del paese intonando parole e musica della canzone “S. Antonio”, riscoprendo così una tradizione che si era persa negli anni. Con le offerte dei vari commercianti preparavamo cene a cui tutti partecipavamo con enorme gioia avvicinandoci così alla “vita da congrega”. All’epoca non avevamo una divisa ufficiale ma solo una bombetta nera realizzata esclusivamente per noi dal compianto "Lello" Frontoni a cui ancora oggi va tutta la nostra gratitudine per quel gesto di affetto. Le uscite ufficiali si riducevano a due: quella di S. Antonio ed il Giovedì Grasso quando eravamo ospiti del veglione mascherato dei bambini.